Impianto Disidratazione Rifiuti Alimentari

Il sistema di disidratazione remoto si propone di allontanare i rifiuti alimentari dalle aree di produzione trasferendoli in un’area dedicata alla disidratazione, quindi allo stoccaggio e conferimento.

L’obiettivo è quello di minimizzare l’onere degli addetti alla gestione del rifiuto e più in generale, migliorare la qualità del lavoro e dell’organizzazione interna.

Il materiale risultante non solo diminuisce drasticamente in peso, volume e fermentescibilità, ma si adatta meglio alle richieste delle società incaricate della raccolta e possibile riutilizzo di tale importante prodotto: si tratta di una biomassa purissima, palabile, non percolante e adatta alla produzione di biogas e compost.

Per tali ragioni è prevedibile che l’utilizzo di tali apparecchiature di selezione e qualificazione, ottimizzando l’attività di conferimento/trasporto e fornendo una preziosa biomassa, possano portare sgravi diretti ed indiretti. Provvisoriamente, il comportamento virtuoso potrà comunque essere ben speso in campagne ambientali.

Caratteristiche generali del sistema:

  • una o più stazioni di immissione in grado di triturare scarti alimentari e pompare il refluo ottenuto in una rete dedicata avente specifiche caratteristiche
  • un’area per il trattamento/disidratazione collocata in zona prospicente l’uscita materiali, in cui saranno collocati un serbatoio per il contenimento provvisorio del refluo in arrivo dalle stazioni di immissione, una stazione per disidratare espandibile a due [secondo necessità] purchè il locale e la rete siano stati predisposti a tale fine
  • una rete dedicata di conferimento del refluo, che colleghi ogni singola stazione al citato serbatoio, costituita da tubazioni in materiale polimerico elettrosaldato o incollato, con caratteristiche di resistenza alla pressione “PN10”
  • una rete di comunicazione in bassissima tensione, tra le stazioni di immissione e l’area di disidratazione

Caratteristiche principali dei singoli componenti:

  • sistema di adduzione dell’acqua di rete con valvola non ritorno e salto d’acqua od altro sistema a norma che impedisca la contaminazione dell’acqua potabile

  • troppo pieno o sfioro od altro sistema che impedisca all’acqua di fuoriuscire dalla tramoggia stessa in caso di guasto al sistema di adduzione

  • magneti permanenti per la cattura delle posate od altro dispositivo elettronico o meccanico che consenta la cattura delle posate cadute accidentalmente nella tramoggia

  • sistema di sicurezza per l’immissione degli scarti avente caratteristiche passive onde evitare che gli operatori possano raggiungere l’apparato di triturazione, e attive (proximity od altro componente certificato) affinchè venga interrotta l’alimentazione e conseguente immediato arresto del trituratore, qualora venisse rimossa la sicurezza passiva (coperchio, griglia od altro)

  • trituratori dotati di potenza non inferiore a 2,5Hp e di imbocco di diametro non inferiore a 130mm.

  • pompa di spinta compatibile con la rete di conferimento del refluo

  • quadro elettrico dotato di PLC in grado di gestire le funzioni di: svuotamento iniziale della tramoggia da eventuali residui liquidi

  • cicli di funzionamento/utilizzo di “n” minuti – un ciclo finale di pulizia tramoggia e rete – interfaccia che consenta al sistema di immissione di interagire con il sistema integrato

  • sensori di livello interfacciati al sistema integrato

  • agitatore in grado di omogeneizzare in continuo il refluo in arrivo dalle stazioni di immissione

  • troppo pieno e valvola di scarico diretto in fognatura

  • accesso o ispezione per pulizia periodica
  • idroestrattore di tipo centrifugo mosso da un motore elettrico di potenza non superiore 1,2KW

  • struttura autoportante in grado di contenere/supportare una pompa di svuotamento serbatoio ed il quadro elettrico di controllo e gestione

  • quadro elettrico munito di PLC programmato per il controllo e la gestione del sistema integrato

Principio Di Funzionamento

Il materiale una volta triturato viene inviato all’idroestrattore tramite una rete dedicata.
L’idroestrattore posto in un locale apposito, svolge fisicamente l’attività di disidratazione, separando l’acqua dallo scarto.
Mentre la componente acquosa viene indirizzata al sistema fognario, arricchita di carbonio utile ai processi di depurazione, la componente solida [scarto alimentare] ridotta in peso, volume e fermentescibilità, può essere facilmente stoccata e conferita per un possibile riutilizzo.

Operativamente, l’idroestrattore trattiene le particelle triturate presenti nel refluo grazie ad un cilindro in lamiera microforata entro cui ruota una coclea: mentre il materiale da trattare spinto dal movimento della coclea avanza lungo il cilindro microforato e viene strizzato, l’acqua viene filtrata attraverso le maglie del cilindro stesso, grazie alla forza centrifuga.
Un quadro elettrico controlla e gestisce tramite PLC in modo automatico tutte le fasi lavoro, segnalando eventuali guasti o malfunzionamenti della macchina.
I parametri di lavorazione (ciclo e fasi) possono essere eventualmente modificati, esclusivamente dal fabbricante, in modo semplice e veloce mediante aggiornamento del software del PLC.

La gestione delle stazioni di immissione avviene intervenendo sull’unico pulsante presente che, in funzione del ciclo di lavoro, agisce come pulsante di start o di stop, mentre un pulsante di emergenza a fungo permette comunque di arrestare la macchina in caso di emergenza.

 

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